PARCO LE FOLAGHE
Situato in provincia di Pavia, tra il Comune di Casei Gerola (ente gestore) e Silvano Pietra, il Parco naturale di interesse sovraccomunale (P.L.I.S.) Le Folaghe, con estensione di 70 ettari, caratterizzati da una tipica geomorfologia a cava, derivante dall’attività estrattiva di argilla che originariamente si praticava nell’area attualmente adibita a parco, è inserita nel contesto dell'International Waterfowl Census (IWC) dal 1994.
Le cave di argilla ormai dismesse, secondo uno specifico progetto e con interventi ben mirati, hanno quindi consentito la creazione di specchi d’acqua ideali per la nidificazione di numerose specie di uccelli acquatici.
Da anni è attiva una proficua collaborazione tra il Dipartimento di Biologia Animale dell’Università degli Studi di Pavia, l’Ente gestore del Parco e l’Associazione Amici del Parco le Folaghe, con attività di ricerca scientifica diversificate e che si concentrano sullo studio di numerosi animali e vegetali.
Di particolare interesse sono le attività di ricerca e censimento della microfauna, che hanno confermato la presenza in loco di ben 63 specie di farfalle diurne e di 23 specie di odonati (libellule), anche di interesse conservazionistico, come la licena delle paludi (Lycaena dispar) o il rarissimo monarca africano (Danaus chrysippus). Tra gli odonati, degno sicuramente di nota è il Coenagrion scitulum, in quanto l’area del parco è la seconda stazione lombarda in cui ne è stata accertata la presenza.
Una delle caratteristiche principali che caratterizzano l’area protetta, è certamente la facilità di accesso, con un strada sterrata, percorribile anche in automobile, che costeggia interamente i due laghetti principali.
Prima di giungere in prossimità del piccolo fabbricato di accoglienza in legno, svoltando a destra e tenendo quindi lo specchio d’acqua alla propria sinistra, si arriva al capanno di osservazione realizzato in collaborazione con Fondazione Cariplo; la struttura, realizzata in legno, a due piani, permette la vista praticamente su tutta la parte interna dell’area del parco. Il piano posto a livello della strada sterrata è sicuramente più adatto al birdwatching, mentre il piano inferiore, con aperture adeguatamente schermate con rete mimetica, è più adatto alla fotografia. La struttura è di recente costruzione e le alberature messe a dimora nel 2021, a schermatura della predetta, non sono ancora cresciute adeguatamente, quindi l’ingresso risulta forse eccessivamente scoperto, ma con il dovuto tempo, il problema verrà certamente risolto.
La possibilità di realizzare immagini ravvicinate alle numerose specie di uccelli acquatici è limitata dalla poca presenza di zone di sosta in prossimità delle aperture del capanno, come ad esempio rami sommersi, eccezion fatta per delle “zattere” artificiali, realizzate e messe in sito dall’Associazione amici del Parco Le Folaghe, già utilizzate dalle Sterne (Sterna hirundo) per la nidificazione. La vista sul parco rimanere comunque splendida ed ampia, perfetta per il birdwatching.
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Oltrepassando il capanno, si arriva ad un bivio, in cui la strada sterrata prosegue a sinistra costeggiando lo specchio d’acqua, mentre frontalmente conduce verso la campagna.
Seguendo quindi il primo percorso, è possibile continuare ad osservare il laghetto principale sulla sinistra, con una zona caratterizzata dalla maggior presenza di alberature, anche in parte sommerse, mentre sulla destra si apre una zona di particolare interesse, con la presenza di un bosco meso-igrofilo e dei prati (umidi ed aridi) che spesso attirano molti uccelli, oltre ad essere un’ottima zona di caccia per rapaci come il Gheppio (Falco tinnunculus), il Lodolaio (Falco subbuteo) ed il Falco di palude (Circus aeruginosus); sullo sfondo di quest’ultima fascia, spicca la presenza della Cascina Cagnano, raggiungibile mediante una strada traversa , anch’essa sterrata, che taglia in due la zona dei prati.
Tornando sul percorso principale, si incontra una piccola penisola ove è ubicata la sede dell’associazione di pesca locale.
Il percorso, come detto, è più che agevole e non presenta alcuna difficoltà, tanto da poter essere intrapreso anche da famiglie con passeggini e carrozzine, purchè si evitino i giorni successivi a forti piogge, a causa della presenza di fango e di alcune pozzanghere.
Continuando a percorrere lo sterrato, giunti ad un altro bivio, si può scegliere di non seguire più la costa dello specchio d’acqua principale e, procedendo dritti, si giunge quindi ad alcuni laghetti secondari, ancor più tipicamente di origine estrattiva, posti alla sinistra del percorso, sui quali si affaccia una costruzione in muratura ormai decadente; sulla destra invece non può che attirare l’attenzione del visitatore la presenza di un bosco allagato, incredibilmente fitto ed impenetrabile, sicuro rifugio per molte specie di animali.
Tornando sul percorso principale, si prosegue costeggiando l’argine, qui più ripido, sino ad arrivare ad un’altra penisola che si proietta verso il centro del lago: se “motorizzati”, lasciata l’auto nella zona adibita a parcheggio, si può proseguire a piedi sino ad inoltrarsi verso il vertice della predetta penisola, da cui è possibile ammirare l’intero specchio d’acqua da una nuova prospettiva: sulla sinistra si potrà quindi nuovamente scorgere la sede dell’associazione di pesca, e continuando a volgere lo sguardo in senso orario, alcune piccole isole (su cui spesso pernottano i “carpisti” con le loro tende), il capanno di osservazione e il resto del parco.
Ripreso lo sterrato, si è quindi quasi giunti al termine del percorso, avendo però ancora un’ultima possibilità di svolta: vi è infatti anche una strada che, allontanandosi dal laghetto principale, costeggia un’ampia zona umida, più o meno allagata a seconda dei periodi annuali, osservabile comunque anche dal percorso principale (sulla destra). Questa zona, particolarmente interessante per la presenza di acqua relativamente bassa e per essere un poco più “appartata” rispetto al resto del parco, è di richiamo per molte specie di uccelli acquatici ed in particolar modo per ardeidi e limicoli.
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La presenza dei pescatori nelle zone principali del parco, non me ne vogliano, limita forse eccessivamente la possibilità di realizzare buone immagine, se non con ottiche decisamente spinte.
Anche la possibilità di percorrere l’intera strada sterrata in auto e la presenza per lo più di percorsi scoperti, non agevola le operazioni di avvicinamento alla fauna locale, rendendo il parco più adatto agli appassionati di birdwatching, piuttosto che a quelli di caccia fotografia, a meno che non ci si attrezzi con capanni e schermature mobili, oltre che di molta pazienza (questa comunque imprescindibile per il genere di fotografia).
Personalmente, seppur non assiduo frequentatore del parco (l’ho conosciuto da poco – 2012), ho infatti avuto le maggiori soddisfazioni utilizzando un capanno mobile Tragopan ed appostandomi prima del sorgere del sole, con l’accortezza di scegliere una zona laterale rispetto allo specchio d’acqua principale, proprio per non essere “disturbato” dal passaggio di altri visitatori che, inevitabilmente, avrebbero vanificato i miei sforzi.
LA FAUNA
La presenza degli uccelli all’interno del parco resta buona: è infatti possibile osservare praticamente quasi tutte le specie di ardeidi, tra cui Airone cenerini (Ardea cinerea), Airone bianco maggiore (Casmerodius alba), Airone rosso (Ardea purpurea), Airone guardabuoi (Bubulcus ibis), Garzetta dal ciuffo (Egretta garzetta), Nitticora (Nycticorax nycticorax) e pure l’elusivo e timido Tarabuso (Botaurus stellaris).
Non manca ovviamente la presenza di Folaga (Fulicata atra), Tuffetto (Tachybaptus ruficolis), Svasso maggiore (Podiceps cristatus) e Cormorano (Phalacrocorax carbo), così com'è possibile incontrare anche il Martin Pescatore (Alcedo atthis).
Tra gli anatidi, degni di nota sono l’immancabile Germano reale (Anas platyrhynchos), il Mestolone (Anas clypeata), la Marzaiola (Anas querquedula) ed il Moriglione (Aythya ferina).
La realizzazione di apposite isole artificiali ha consentito alla Sterna (Sterna hirundo) di poter nidificare all'interno del parco, proprio di fronte al capanno di osservazione.
Varia e cospicua la presenza dei passeriformi più comuni, così come quella di fagiani (Phasianus colchicus), mentre i rapaci diurni sono principalmente rappresentati dal Gheppio (Falco tinnunculus), dal Lodolaio (Falco subbuteo) e dal Falco di palude (Circus aeruginosus).
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In stagione di passo, se si è fortunati, è possibile osservare numerosi stormi di Storni (Sturnus vulgaris) che, in prossimità della Cascina Cagnano, si abbeverano e si rinfrescano nelle basse acque presenti.
Tra i mammiferi, numerosa è la presenza del Silvilago (Sylvilagus floridanus), oltre che di Lepri comuni (Oryctolagus), Cinghiali (Sus scrofa), Volpe comune (Vulpes vulpes) e Tasso (Meles meles). Presente anche il Riccio (Erinaceus europaeus), la Talpa (Talpa europaea), il Toporagno (Sorex araneus) ed il Moscardino (Muscardinus avellanarius).
I rettili sono rappresentati principalemente dalla Natrice - o Biscia dal collare - (Natrix natrix) e dal Biacco (Hierophis viridiflavus). Tra gli anfibi si segnala la presenza del Rospo comune (bufo bufo), della Rana verde (Pelaphylax esculentus) e della Raganella (Hyla arborea).
PANORAMICHE SUL PARCO
Alcune immagini di grande formato, che ben illustrano l'estensione degli specchi d'acqua presenti, con viste dal capanno d'osservazione e dalla sponda opposta.
COME ARRIVARE
Da Milano (50 Km):
Autostrada Milano - Serravalle (A7) direzione Genova, uscita di Casei Gerola, seguire l’indicazione Voghera bivio con Silvano Pietra.
Da Genova (60 Km):
Autostrada Milano - Serravalle (A7) direzione Milano, uscita di Casei Gerola, seguire l’indicazione Voghera bivio con Silvano Pietra.
Dall’autostrada Piacenza-Torino (5 Km):
uscita Voghera, seguire per Casei Gerola fino al bivio per Silvano Pietra.
Una volta imboccato il bivio per Silvano Pietra (SP 12), svoltare la prima strada sterrata a destra e proseguire sino all’ingresso del parco.
ORARI DI APERTURA
Aperto tutto l’anno; accesso libero.
LINKS UTILI
Parco le Folaghe - qui
Amici del Parco Le Folaghe -qui