IL RAFFICONE FOLLE: specie unica e ... rara?

Scritto da Paolo Ravasi on . Postato in BLOGS

Specie comune e largamente diffusa su tutto il territorio, trova il suo habitat ideale all'interno delle riserve ed oasi naturali dove, grazie alle caratteristiche del luogo e sfruttando le attrezzature adatte a soddisfare le sue particolari esigenze , assume le più classiche posture della specie: seduto, comodo ed a gomiti larghi. Di indole normalmente pacifica (all'inizio pare cordiale), presenta dimorfismo sessuale ed è il maschio ad avere comportamenti più rumorosi, nel tentativo di attrarre l'attenzione delle femmine e comunque degli altri conspecifici, ma anche di ogni altra specie presente in sito (mammiferi, uccelli, ma anche alberi, muschi e nientemeno che i sassi). Sgraziato nei movimenti, causa la mancanza di agilità spesso urta ogni genere di ostacolo che si contrappone sulla sua strada, sia che si tratti di legni, panche, treppiedi o... “bipedi”.

Non ama soffermarsi troppo nello stesso luogo, cambiando spesso postazione, perennemente e irrefrenabilmente alla ricerca del suo scopo: non cerca la foto, l'immagine, l'attimo... lui vuole solo “la sequenza”, ad ogni costo. Poco selettivo, si nutre di ogni genere di gigabyte (meglio se “terabyte”, sino addirittura al “yottabyte”) catturando con i suoi pixel qualsiasi soggetto, animato e non; se esaurisce le risorse preventivamente accumulate (il che avviene solitamente entro un paio d'ore), la sua capacità di “raccoglitore di schede” gli consente di approfittare di ogni occasione, prendendo in prestito le riserve altrui... nulla lo deve fermare... the show must go on.

La composizione non è il suo forte o meglio, sono gli altri che non lo capiscono, ricercando inquadrature particolari, inconsuete, addirittura ardite: se un ramo, una foglia, fin tanto anche un ombra si sovrappongono al suo soggetto, non è questo un buon motivo per fermarsi a riflettere... lui scatta, instancabile, senza sosta. Se poi nella sua inquadratura viene a trovarsi un soggetto particolarmente ricercato, pare colpito da una sorta di “febbre malarica”, sfoggiando tutta la sua abilità e ancor più importante, fa ricorso all'accessorio preferito: la famosa striscia di materiale plastico adesivo ai più conosciuta sotto il nome di “scotch”. Posizionato con cura l'amato accessorio sul pulsante di scatto, la raffica prosegue imperterrita sino alla quasi fusione dell'otturatore e non importa se il soggetto è perfettamente immobile, statuario, pietrificato... persino morto?... l'assordante raffica prosegue (ricordate il suo vero ed unico scopo?... la sequenza!!!).

In questi unici ed imperdibili momenti, l''apice viene raggiunto nel momento in cui la ritmica ed assordante melodia.... tac tac tac tac … viene inspiegabilmente e scandalosamente interrotta da un unico, fievole colpo di tosse; a quel punto il RAFFICONE FOLLE alza il capo, si guarda intorno ed individuato l'autore dell'inqualificabile gesto, con sguardo severo e marziale esclama.... SILENZIO!!!

Sperando che quanto sopra venga letto con la giusta dose di ironia (non è mia intenzione offendere nessuno), nella mia ultima visita a Torrile mi è capitato di incontrare diversi esemplari di “rafficone folle”. Certamente mossi dalle più positive intenzioni (il loro sguardo entusiasta era sincero), convinti di non arrecare alcun disturbo, sarebbe forse il caso che però a volte si fermino a pensare a quel che fanno, sia per poter migliorare sotto il profilo tecnico (non che voglia insegnar qualcosa, ma in raffiche di quel genere non c'è alcuna tecnica... regnano sovrani caos e fortuna), sia per evitare di disturbare in primis la fauna che vogliono ritrarre, ma anche i compagni di capanno... spesso sono più importanti i ricordi che restano nella mente e nel cuore, fatti di stupore ed emozione, rispetto alla semplice immagine fatta di pixel.