ROMANIA 2016
In fondo credo di esserci nato; intendo con l’amore per la “natura” ed in particolare per quegli esseri straordinari che hanno imparato a volare e che – forse per questo – a volte invidiamo. Ed in volo, senza ali e piume, ma non per questo senza perdere la rotta, mi giunge un messaggio a due giorni dal mio trentanovesimo compleanno: la LIPU in occasione del Foto Contest 2015 organizzato per celebrare il suo anniversario (cinquant’anni...ma festeggeremo comunque insieme), mi regala la possibilità di partire verso il Delta del Danubio. E’ quindi l’alba del 09 luglio 2016 quando di buon mattino altre ali, questa volta fatte di metallo, mi conducono fino a Bucarest dove già mi aspettano i miei compagni di avventura.
La strada per giungere a destinazione è ancora lunga ed i chilometri che ci separano dalla nostra meta si consumano comunque piacevolmente, tra i racconti delle nostre esperienze ed i desideri per i prossimi giorni. La Romania scorre veloce, quasi senza sosta, attraverso i finestrini e poi lungo le rive del Danubio. Ora siamo su una veloce imbarcazione ed il suo capitano sembra aver fretta di arrivare in porto; di certo non è nostra intenzione contraddirlo e ancor meno rallentare la sua corsa. Seduto al mio posto, stretto tra compagni, bagagli ed altro materiale, osservo le sponde e mentalmente ripasso la lista dell’attrezzatura portata, con il timore di aver dimenticato qualcosa (certamente non la lozione anti-zanzare, acquistata ulteriormente per sicurezza nel piccolo negozio del porto di Tulcea e pagata in valuta locale dal nostro benefattore … Igor, la nostra guida). Altre imbarcazioni percorrono il grande fiume; piccole onde a contatto con il nostro scavo sollevano spruzzi d’acqua, che colpiscono e rinfrescano i nostri volti.
Fa caldo, la voglia di giungere a destinazione si fa sempre più forte e i minuti sembrano allungarsi come il fiume sotto di noi. Lasciato il Chilia, il ramo nord del Danubio, la barca si insinua attraverso un canale secondario dove due pescatori, al nostro passaggio, ci mostrano orgogliosi il bottino della pesca di giornata: un siluro così grosso da occupare per la lunghezza buona parte della loro imbarcazione. Ancora poche miglia ed ecco che la barca rallenta, manovra verso un piccolo molo con un patio in legno e finalmente getta gli ormeggi. Una miriade di famelici tafani ci assale appena scesi dalla barca, costringendoci a ripararci in tutta fretta all’interno della jeep messa a nostra disposizione ed a partire lungo una strada polverosa.
Poche decine di metri ed il nostro sguardo è catturato da un gruppo di pellicani comuni che riposano sulla rive della laguna nord della riserva. La jeep prosegue sullo sterrato, a volte rallentando per evitare alcune mucche lasciate allo stato semi-brado dai residenti del vicino villaggio di Periprava, a volte più spedita ed al nostro passaggio è un susseguirsi di incontri; decine di gazze e upupe si alzano in volo, alcuni aironi rossi seguono il loro esempio e la prima ghiandaia marina ci osserva tranquilla dal suo posatoio.
Il viaggio è appena iniziato...