PHOTOETICA

Scritto da Paolo Ravasi on . Postato in PHOTOETICA

Questo documento nasce dall’esigenza di diversi comunicatori, fotografi e documentaristi di creare un modus operandi etico che possa rifarsi alle citate attività, svolte come professione o come pratica amatoriale, in tema di ambiente. In un mondo sempre più dipendente da azioni e reazioni dettate da un modello economico non più sopportabile dall’ecosistema del pianeta, nasce l’esigenza di redigere un documento condivisibile da tutti coloro che sentono chiara e forte l’esigenza di diffondere una nuova cultura ambientale.

Le indicazioni che seguono sono state ideate, concordate e scritte da più persone, quindi nel modo più democratico possibile, rispettando le idee e le libertà di tutti: ciascuno potrà quindi sottoscrivere quanto qui dichiarato, o anche replicare con diverse opinioni, purché non risulti limitata la libertà di diffondere il concetto esplicitato di Comportamento Etico del naturalista fotografo o documentarista.

Gli aspetti generali più importanti trattati da questo documento, per chi si occupa di fotografia e/o documentario naturalistico, sono quattro e vengono espressi di seguito in dettaglio.

Educazione e divulgazione

La conoscenza dei ritmi e delle leggi che governano la natura è un concetto che stiamo perdendo: questa ignoranza è dovuta ad una mancanza dell’insegnamento di questi valori ai giovani. È doverosa oggi, come mai prima, la divulgazione verso i ragazzi e i più piccoli, per chi si occupa di natura ed ha compreso il significato dei valori ambientali. Far crescere nelle nuove generazioni una coscienza naturalistica, il rispetto per gli altri esseri viventi, prime fra tutti le persone, è un impegno e un obiettivo primo per ogni comunicatore, viaggiatore, fotografo, documentarista, naturalista.

Le occasioni di divulgazione possono essere individuali, ad esempio in forma di conferenze, mostre, proiezioni, film, interviste, siti web, blog, social network.

La divulgazione deve essere rivolta a tutte le fasce d’età.

L’educazione è parte integrante dell'impegno assunto dai sottoscrittori di questo codice, e può essere espressa nell'assistere gruppi di ragazzi a scuola, nell'organizzare lezioni personali con loro, impiegando guide naturalistiche.

Anche durante le lezioni, nei corsi e nei workshop, è dovere del fotografo e del documentarista approfondire l'argomento descrivendo l’etologia degli animali che si andranno ad osservare, illustrando i concetti basilari di rispetto per l’ambiente ed esaminando le leggi che lo governano.

Solo con la conoscenza diffusa e l’impegno personale di tutti gli operatori si potranno divulgare al maggior numero di persone possibile i principi e l’etica comportamentale espressi in questo documento.

Coscienza Etica

La fotografia di natura e di reportage è una specie a parte nel vasto mare dei generi fotografici, difficilmente assimilabile ad altri per la pulsione etica che dovrebbe sottenderla. Per fotografia naturalistica si intende in modo esplicito la fotografia di animali selvatici e di flora spontanea nel loro ambiente naturale, e la fotografia di paesaggi e ambienti possibilmente incontaminati. Abbiamo a che fare quindi con la materia prima, la carne pulsante di cui è fatto il nostro mondo, ciò in cui tutti noi ci muoviamo, ciò da cui tutti noi dipendiamo. Confrontarsi con la natura in modo consapevole, avvicinandola con l’amore e l’attenzione che la rappresentazione per immagini presuppone, può significare solo imparare ad amarla e a difenderla, farsi carico di proteggerla e di promuoverne il rispetto e la divulgazione. Una conoscenza che non può restare puramente nozionistica e teorica (per quanto le informazioni siano importanti: non si può amare ciò che non si conosce), ma che deve essere anche empatica, emotiva.

Solo così il fotografo potrà muoversi in situazioni in cui sono necessari estrema delicatezza, tatto, sensibilità, amore e rifiuto delle scorciatoie (anche a costo di rinunciare allo scatto: e questo è un concetto opposto, per definizione filosofica, alla cosiddetta caccia fotografica). Per questo la community Photofarm , che noi rappresentiamo, intende promuovere e diffondere un approccio alla realizzazione di immagini di natura – e alla natura in genere – che non si limiti alla tecnica, ma comprenda anche la divulgazione dell'ecologia e l’educazione alla sensibilità verso i soggetti, così come deve succedere per il lavoro di interpretazione e per la disposizione mentale, in modo che l'intero processo di avvicinamento, conoscenza, osservazione, apprezzamento, scatto, e divulgazione possa essere inserito in un ambito più universale che possa denominarsi come rapporto con la natura.

La fotografia e il documentario naturalistici presuppongono pratiche legate in via esclusiva a un genere dedicato e rivolto alla natura ed al rapporto che l’uomo ha con essa, sia virtuoso che di denuncia. L'obiettivo è quello di trasmettere sensazioni ed emozioni attraverso immagini di flora, fauna e paesaggi. Per ottenere questo, un fotografo – professionista o amatore – deve rispettare le basilari regole che servono a preservare tutto quanto viene fotografato, e ogni atto in tal senso effettuato in presenza di altre persone deve costituire un esempio di insegnamento per chi ancora ignora o tralascia questo genere di approccio.

Le regole descritte non devono mai essere dimenticate, né trascurate, anche quando non si sta utilizzando la macchina fotografica / video / cinepresa, ma si gode semplicemente di un momento in natura. Il fotografo/documentarista deve sempre trasmettere rispetto per l'ambiente e in ogni occasione possibile deve migliorare la propria conoscenza sui soggetti immortalati.

La fotografia/film può essere sia arte sia raffigurazione della realtà. Parlare di reportage naturalistico equivale ed intende che lì si racconta la natura per quella che è, e questa definizione spesso viene dimenticata. Concordiamo tutti che un'immagine rappresenta ciò che trascende da noi: ogni fotografia ben riuscita, in un certo modo, trasmette quello che l'autore pensa. Quindi un'immagine di reportage altro non è che l'interpretazione del mondo di chi l'ha scattata, e a maggior ragione per questa sua sacralità interpretativa ed emozionale non deve essere modificata ad arte da chi desideri renderla migliore, quando non sensazionalistica.

Rinunciare allo scatto fotografico, un atto che spesso è originato da una decisione molto combattuta e difficile, diventa una necessità per chi, come i sottoscrittori di questo codice etico, intende tradurre in comportamenti concreti i principi scritti nel presente documento: soltanto così si potrà distinguere un fotografo davvero naturalista – ovvero eticamente corretto – da sedicenti colleghi indifferenti alle buone pratiche e dunque scorretti, innanzitutto nei confronti dell'ambiente. Qualche esempio sarà utile: se si trova un animale selvatico ferito o in stato di difficoltà, bisogna chiamare i Vigili del Fuoco al numero 115 oppure il Corpo Forestale dello Stato al 1515, e non pensare a scattare fotografie per portare a casa un trofeo. La prima regola da applicare è il rispetto e il soccorso dell’animale: potrà sembrare superfluo ricordarlo, ma molti episodi di speculazione e opportunismo risultano ancora diffusi e presenti, purtroppo.

Se capita di aver compiuto un'azione esemplare come il salvataggio di un animale, è necessario considerare che, anche se salvo, ha comunque subito ferite o un forte trauma, e dunque è bene evitare di tenerlo fra le mani o di metterlo in una qualunque posizione favorevole per scattare fotografie, ed è altresì doveroso ricordare che il flash, ad esempio, può disturbare alcune specie di animali. È fondamentale, in casi come questo, consentirgli di recuperare tranquillità e, se occorre ribadirlo, fare un passo indietro e lasciare spazio a chi è qualificato per intervenire. A seguito della buona azione si avrà sicuramente un'altra possibilità di fotografarlo senza spaventarlo, in un momento più opportuno.

Responsabilità

1) Rispetto per la verità e per il diritto del pubblico alla verità: è il primo dovere del naturalista, sia fotografo o documentarista. Quello che succede in natura non deve essere modificato artificiosamente, né alterato con alcun mezzo che possa arrecare danno alla natura stessa. Questo punto è il più controverso e andrebbe valutato onestamente da ogni singolo operatore, il confine è sottile, come ben sappiamo alcune immagini non sono realizzabili in natura, ad esempio ritratti stretti di mammiferi particolarmente elusivi, riprese di insetti, anfibi acquatici che vivono in acque torbide dove per le riprese solitamente si impiegano "acquari" o simili; in questi casi andrebbe sempre dichiarato "captive" e sopratutto nella casistica di ambienti riprodotti è fondamentale il benessere della specie durante le riprese. Queste pratiche andrebbero lasciate agli esperti del settore in quanto occorre una conoscenza approfondita non solo dell'etologia ma anche delle problematiche che tali azioni possono generare. Gli animali e la natura non conoscono il concetto di "specie" ma bensì quello di "popolazione", spostare artificialmente anche solo di alcune centinaia di metri un insetto o un anfibio può causare problematiche ecologiche, non solo, anche impiegare i medesimi stivali non disinfettati in stagni di diverse zone geografiche (anche vicine fra loro) può spostare parassitosi e funghi sterminando popolazioni di "fauna minore"..

2) In virtù di questo dovere, il fotografo e il documentarista devono sempre difendere i principi di libertà nella raccolta onesta di materiale, nella pubblicazione di notizie, nel diritto di commento e nella critica leale.

3) Il fotografo riferisce soltanto in conformità con i fatti di cui conosce l'origine. Non deve celare informazioni essenziali o falsificare documenti. Un fotografo che si occupa di
reportage naturalistico non modifica l'aspetto, i contenuti, le azioni e i soggetti di un'immagine, falsificando completamente o in parte la reale azione ripresa in origine.

4) Il fotografo deve utilizzare solo metodi equi per ottenere notizie, fotografie e documenti.

5) E’ responsabilità del fotografo l’onestà della divulgazione nel corso del proprio operato, senza omissioni, modifiche, situazioni a rischio non citate.

6) Il fotografo assume su di sé l’impegno e la responsabilità nel divulgare e trasmettere insegnamenti di carattere etico e in modo etico, senza omissioni, così come sottoscritto in questo codice, nonché di diffondere questo principio verso altre persone e le nuove generazioni.

7) Conoscere la natura, gli animali e le piante consente al fotografo di disporre di un bagaglio culturale degno, tale da rendere il suo modo di fotografare, e di conseguenza il suo stile, molto personale e preciso.

8) Conoscere il comportamento animale, ciò che nuoce all'ambiente e quali sono i limiti a cui un fotografo/osservatore deve attenersi per non arrecare danno ai soggetti – siano paesaggi, animali o piante.

9) Condizione necessaria per essere corretti nel rispetto all'ambiente non è – come molti pensano – evitare di muovere elementi dell'habitat ecologico che si visita, bensì escludere di arrecare danno con i propri comportamenti ed essere discreti nelle attività effettuate.
La conoscenza di un soggetto porta a rispettarlo, di conseguenza la sfida è essere in grado di ritrarlo nel corso della sua vita senza il minimo escamotage, digitale a livello di postproduzione piuttosto che reale come comportamento intrusivo. Conoscere le diverse specie, inoltre, aiuta a muoversi, a relazionarsi con ciascun esemplare nel modo corretto e nel giusto momento, nei limiti del rispetto e della tutela, senza causare stress agli animali. È poi necessario valutare sempre, anche con l’ausilio di esperti, le norme comportamentali, la nutrizione, la manipolazione degli animali. Un comportamento scorretto può causare gravi danni al soggetto, all’ecosistema, se non il decesso per predazione o per fame. Quindi devono essere evitate tutte quelle azioni che mettono in pericolo la sopravvivenza dei soggetti, specie i nidiacei, gli animali in periodo di riproduzione, durante situazioni di scarsa sopportabilità della presenza dell’uomo.

10) L'immagine di reportage naturalistico viene realizzata con l'obiettività massima possibile.

11) L'immagine di reportage naturalistico racconta, attraverso il pensiero dell'autore, ciò che in natura accade realmente.

12) Un fotografo eticamente corretto non falsifica la realtà dei fatti tramite la manipolazione dell'immagine, e non sottopone al pubblico situazioni, azioni e comportamenti che in natura non sono possibili.

13) Un fotografo/documentarista naturalista deve essere tale anche quando non ha l'attrezzatura con sé, cioè nella vita di tutti i giorni.


REGOLE DI COMPORTAMENTO

Conoscenza del soggetto e del luogo

Noi impariamo i codici di comportamento degli animali, così da non interferire con i cicli della loro vita.

Noi non distruggiamo la flora, la fauna e gli habitat.

Noi rispettiamo i bisogni degli animali.

Noi utilizziamo obiettivi appropriati per fotografare gli animali selvatici.

Se un animale mostra di essere turbato, noi ci spostiamo indietro e utilizziamo obiettivi più lunghi.

Noi ci informiamo sulla fragilità dell’ecosistema.

Noi camminiamo e ci fermiamo sui sentieri che sono stati creati per diminuire l’impatto dell'uomo sull'ambiente naturale.

Conoscenza delle regole sociali

Quando necessario, noi informiamo gli amministratori e le altre autorità della nostra presenza e dei nostri scopi.

Noi aiutiamo a ridurre l’impatto e la sicurezza ambientali.

Noi impariamo le regole e le leggi del posto che andremo a visitare.

Se esistono nell'area distanze minime per avvicinare la flora e la fauna, noi le rispettiamo.

In assenza di autorità e leggi, noi usiamo il buonsenso.

Noi trattiamo la flora e la fauna, le piante e i luoghi sentendoci loro ospiti.

Noi teniamo pronti noi stessi e le nostre attrezzature per eventi imprevisti.

Noi evitiamo di esporre noi stessi ed altri a contrattempi che possiamo prevedere.

Competenza e responsabilità 

Noi trattiamo gli altri con cortesia.

Noi chiediamo il permesso, prima di unirci ad altri fotografi che già stanno scattando nella zona.

Con il dovuto tatto, noi informiamo chi vediamo in comportamenti inadeguati o pericolosi del nostro codice etico.

Molte persone inavvertitamente mettono in pericolo sé e gli altri.

Noi riferiamo comportamenti inadeguati alle autorità preposte.

Noi non discutiamo con coloro a cui non importa nulla del rispetto della natura, ma li segnaliamo.

Noi cerchiamo di adottare buoni modelli di comportamento, sia come fotografi che come cittadini.

Noi cerchiamo di educare gli altri con l’esempio, e di migliorare le loro conoscenze in materia ecologica.

Educazione:
Il fotografo / documentarista naturalista deve impegnarsi, attraverso l'esempio diretto, ad educare al rispetto e alla conoscenza della natura le persone che incontra, con lo scopo di contribuire a diffondere una coscienza naturalistica.

Divulgazione:
Tramite il suo lavoro, il fotografo / documentarista naturalista si impegna a testimoniare e comunicare l'etologia dei soggetti che fotografa, l'ambiente in cui vivono e le leggi che lo governano.

Coscienza etica:

Il fotografo / documentarista naturalista antepone sempre la protezione della natura e dei soggetti da fotografare dinanzi alla ricerca di immagini, anche a costo di rinunciare agli scatti.


Responsabilità:
Il primo dovere nei confronti del pubblico da parte del fotografo / documentarista naturalista è il rispetto per la verità. Quello che succede in natura non deve essere modificato, né alterato in nessun modo, né deve essere falsata l'origine dei luoghi di realizzazione dei servizi, inoltre è opportuno dichiarare sempre quando gli animali selvatici risultano protagonisti di scatti in condizioni di cattività.


Regole di comportamento / Tutela:

Il fotografo / documentarista naturalista si impegna a comportarsi nel modo più corretto e rispettoso delle leggi e delle regole del luogo in cui si trova. Si impegna a ridurre al minimo l'impatto ambientale della sua presenza e della sua attività, e cerca di favorire la tutela della fauna e della flora lavorando in piena sicurezza per se stesso e per i soggetti da fotografare.