IL BELLO DELL'ATTESA
Arrivo e subito mi accorgo che rispetto all'ultima mia visita qualche cosa è cambiato; c'è sono più presenze all'interno dell'oasi e sopratutto per un attimo li vedo, solo per pochi secondi, prima che vengano inghiottiti dal canneto in cui solitamente trovano rifugio. Ho ancora qualche ora di ottima luce a disposizione e decido quindi di muovermi il più rapidamente possibile, prendendo con me lo stretto indispensabile anche per disturbare il meno possibile gli altri uccelli presenti. Pensare di montare senza essere notati il capanno è semplicemente impensabile, anche se sarebbe certamente utile per trovare riparo dalle zanzare, già particolarmente attive. Non mi resta che sperare nella capacità repellente dello spray, coprirmi con la rete e stendermi a terra, proprio sul fianco di alcuni giunchi che mi aiutano a mimetizzarmi. Il canneto in cui sento muoversi i tarabusini è proprio di fronte; ora devo solo aspettare e sperare che prima o poi decidano di farsi vedere.
Il temporale del pomeriggio è passato, anche se qualche nuvola tarda ad allontanarsi, regalandomi qualche minuto di ombra. Quando il sole torna a splendere, la temperatura si alza immediatamente e il caldo diventa quasi opprimente, con le zanzare che banchettano felici sulla mia schiena, quasi avessero capito che non posso muovermi. Eppure sono contento di essere lì, di essermi alzato dal divano e di trovarmi solo in quel posto, tra gli odori e i profumi che la stagione calda riesce a regalarci. Sono contento di avere caldo, di avere anche sete, di sentirmi semplicemente felice. "Loro" continuano a muoversi nel canneto, senza mai farsi vedere; solo una volta riesco ad intravedere uno dei due tarabusini, appena un attimo quando decide di spingersi sino ai bordi della macchia verde, senza mai però sottrarsi alla protezione delle canne.
Passano circa altre due ore senza rivederli e passo quindi il tempo osservando la coppia di tuffetti che viene a farmi visita, arrivando a meno di un metro dal mio nascondiglio. L'ora del tramonto è sempre più vicina e le nuvole basse all'orizzonte preannunciano un calo di luce anticipato rispetto al previsto. Provo comunque qualche inquadratura su quello che sembra un vero e proprio trampolino di lancio, un ramo che partendo dal canneto si proietta verso lo specchio d'acqua. Appena il tempo di pensare a quanto sarebbe bello vederli comparire proprio in quel punto, liberi dal disturbo dei rami e delle canne che qualche cosa si muove; tre sole fotografie, tanto si è soffermata la femmina prima di prendere il volo verso il centro dell'oasi, ma abbastanza da farmi compredere cosa sia il bello dell'attesa.